Copertina di Helichrysum
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Nella Nuova Era tutto si scambia, tutto ha un prezzo. Anche l'amicizia. E io l'ho imparato bene.
L’ho imparato così bene che quando, dopo sette anni, due mesi e ventuno giorni, riesco finalmente a scappare dal dannato Contenimento in cui mi hanno rinchiusa i mortali, non penso neanche per un momento di fidarmi dell'immortale evaso con me.
Ma devo tornare a casa, a Helichrysum, e se l'unico modo che ho per riuscirci è attraversare la Quarta Terra insieme a lui destreggiandomi tra insediamenti umani, mutati, streghe, tempeste di ghiaccio e cacciatori di taglie, lo farò.
Ma non mi fiderò di Nour, soprattutto perché potrebbe essere qualcosa di ben più pericoloso del semplice sacerdote oracolare che vuole sembrare...

Ho avuto a che fare con abbastanza persone da saperle riconoscere alla prima occhiata e da sapere che chi è onesto paga comunque, mentre chi non lo è troverà qualche modo per non farlo.

La parola dei lettori:

Leggere questo libro è stato come tenere fra le dita un meravigliosa pietra preziosa, ancora allo stato grezzo, sulla quale, al dispiegarsi del racconto, pagina dopo pagina, venivano scavate e incise nuove sfaccettature che la rendevano man mano più brillante, particolare e bella. Ho letto e riletto più volte alcune frasi, per assaporare e godere di ogni parola scelta, perfetta per illuminarla di una luce nuova e diversa. E alla fine? Tutti i pezzi sono andati al loro posto, incastrandosi alla perfezione e lasciandomi fra le mani uno splendido gioiello. Mi sono innamorata di Gale e Nour fin dalle prime pagine: mi sembrava di poterli toccare, di essere lì, insieme a loro, catapultata in questo mondo distopico di cui riuscivo a percepire ogni sfumatura di colore, ciascun profumo, suono e rumore, nel quale avevo freddo la notte e caldo di giorno. Ho amato Nour per la sua delicatezza, il suo rispetto, la sua capacità di fermarsi e attendere silenziosamente, la sua forza nel difendere e proteggere. Gale, sospettosa e riservata, nasconde le sue debolezze anche al lettore, forse perché ha troppa paura di affrontarle lei stessa... un po' come tutti noi. Ho cercato di centellinare questo libro, perché sentivo che ne avrei amato ciascuna pagina e volevo poterlo assaporare il più a lungo possibile, ma ho divorato l'ultima parte tutta d'un fiato perché non sono proprio riuscita a fermarmi. Un difetto? È troppo breve, finisce troppo presto, fa male lasciar andare questa piccola nicchia di piacere quotidiano...ma soprattutto, quanto dovrò attendere per il prossimo? Sono ancora tanti i punti di domanda, sul passato e ancor di più sul futuro...non posso aspettare! Per ora lo rileggerò daccapo...ora che "so". E poi spero che questa meravigliosa scrittrice sia già in lavoro e non ci faccia aspettare troppo! Grazie Norma per avermi fatto sognare ancora.

Francesca

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